Sprazzi di Bellezza
“Viaggiamo, inizialmente, per perderci. E viaggiamo, poi, per ritrovarci. Viaggiamo per aprirci il cuore e gli occhi, e per imparare più cose sul mondo di quante possano accoglierne i nostri giornali. E viaggiamo per portare quel poco di cui siamo capaci, nella nostra ignoranza e sapienza, in varie parti del globo, le cui ricchezze sono variamente disperse. E viaggiamo, in sostanza, per tornare ad essere giovani e sciocchi – per rallentare il tempo ed esserne catturati, per innamorarci ancora una volta.” Pico Iyer
Nei miei viaggi vado alla ricerca di frammenti di bellezza. Osservazione che si fa sentimento, istantanee fuori dall’ordinario da archiviare senza sosta nei cassetti della memoria, da riaprire al ritorno, quando tutta la bellezza deve essere metabolizzata insieme alla stanchezza.
Come tanti piccoli punti che si uniscono, le immagini dei volti, dei colori, dei luoghi del mondo si sovrappongono, creando un potente strato di connessione, conoscenza e consapevolezza, una fonte da cui attingere nei giorni in cui, invece, il mondo proprio non lo capisco.

Scelgo ricordi e pensieri, o forse sono loro che scelgono me, nel bel mezzo della quotidianità.
Ed è così che i colori dell’India si mescolano a quelli del Marocco, quando la città mi sembra troppo grigia.
Il ricordo della potenza del canto del muezzin, mi fa meglio comprendere quel senso di fede che non mi appartiene. La memoria del caos di Bangkok, mi fa apprezzare il silenzio della sera.
La pace su quella spiaggia nell’Isola di Espiritu Santo – Messico –, quando il rumore dell’esistenza è troppo forte.
Le distese sconfinate dell’outback australiano, per non dimenticare quanto siamo piccoli di fronte all’immensità della natura.
I tramonti di Noosa – Australia – , in una giornata nuvolosa.
I quartieri ebraici in paesi musulmani, perché le differenze possono coesistere senza muri.
Il rumore del vento del Connemara – Irlanda –, la potenza degli elementi.
I risvegli a Tokyo, ad osservare l’ordine di una megalopoli.
Il profumo di pane appena sfornato negli slum indiani, perché anche in mezzo alla povertà più estrema, agli odori, al degrado, esiste un’umanità in cui riconoscersi.
Il “banho de chuva” brasiliano, quel profondo momento di connessione interiore e di libertà sotto la pioggia tropicale, nei giorni in cui tutto è un po’ stretto.

Gli sprazzi di bellezza incastonati nella memoria mi ricordano sempre che viaggiare rappresenta il lusso di lasciare a casa le convinzioni e le certezze, per osservare ciò che pensavo di sapere con una luce diversa. Perché in fondo, forse, il senso non sta nel cercare delle risposte, ma nel porsi domande sempre migliori.
*Fotografie di Erika Belli

Salmone va controcorrente, ma mai controcuore. Attraversa l’anima segreta dei continenti, cerca risposte nei luoghi del mondo, scopre universi di possibilità. Torna sempre da dove è partito, con la valigia piena di nuove consapevolezze.
PODCAST > L’articolo “Sprazzi di bellezza”, di Erika Belli, letto da Delfino Luigi!
Delfino Luigi, un cetaceo terrestre. Ama ridere, giocare, fare acrobazie, attraversare mari e cieli nuotando lontano. In compagnia di innumerevoli amici, di tante lingue, colori diversi.