Soledades Desnudas
È tempo di vacanze. È tempo di rinchiudere tutto lo stress accumulato durante questi mesi in una valigia da 23 Kg e di “lasciare andare”. È tempo di cercare nuove oasi per lo spirito, a cui affidare i nostri pensieri e desideri al tramonto.
Mentre impilo vestiti e costumi per riempire lo zaino, il pensiero viaggia e ritorna ad una partenza di qualche anno fa. Destinazione: un’isola nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico. Tempo: 3 mesi di deserto semi africano.
Il deserto era ovunque, non si vedeva altro mentre l’aereo si preparava all’atterraggio. Il rumore del vento, quel vento dell’Atlantico che non si ferma mai, iniziava a farsi sentire prepotente, nella discesa su quel lembo di terra di fianco all’oceano.
Prima di partire si dovrebbe essere sicuri di cosa si vorrà cercare mettendosi in viaggio. Bisognerebbe stendere una lista di desideri, di quelli che ti salvano, e andarci incontro, giorno per giorno. Da quello in cui ti metti in cammino a quello in cui ritorni a casa.
Io credo di non avere mai veramente saputo cosa andassi cercando, prima delle mie partenze. La mania del controllo lascia lentamente spazio all’improvvisazione, all’ascolto dei desideri.
Mesi prima, potevo solo immaginare i contorni di quel pezzo di terra disegnato nell’oceano. Contorni che scompaiono anche dal satellite, quando arriva la calima, il vento del deserto. Tormente di sabbia del Sahara che coprono tutto e fanno scomparire, lontani dal mondo reale.
Rimani tu, l’isola e le persone. Quelle che ci hanno da sempre vissuto e non potrebbero immaginarsi altrove, quelle che non vedono l’ora di andarsene e quelle che ci sono capitate per caso e non se ne sono più andate. Si comprano una tenda da campeggio, un cane, una tavola da surf e si costruiscono una vita alternativa, scandita da ritmi tranquilli, dove l’unica velocità che conta è quella del vento.
In quella terra così semplice e scheletrica , ho trovato un’umanità piena di attenzioni e gentilezza.
Rimani tu, in mezzo ai profili di vulcani addormentati secoli fa. In mezzo a desideri, quelli che provi ad esprimere e formulare vedendo le stelle cadenti ma che spesso rimangono inespressi.
Rimane il ricordo della ricerca di emozioni, tra quelle isole dalle forme strane, percorrendone tutti i contorni da cima a fondo, da punta a punta. Terra nera, rossa, gialla, marrone. Dune di sabbia, rocce, acqua cristallina, di nuovo deserto.
Deserti silenziosi che raccolgono i pettegolezzi del pueblo, che custodiscono parole sussurrate all’orecchio in notti senza luna, che avvolgono come un abbraccio quando il sole va giù e ne disegna il profilo.
Rimane il ricordo del senso di protezione che trasmetteva quella terra, piena di solitudini nude e di nudità solitarie. Dicono che l’Isola sia magica e che ti rubi il cuore quando meno te lo aspetti, quando pronunci la frase “no, io non potrei viverci a lungo in questo posto”.
Io non lo so ancora dove voglio vivere ma sono ormai certa che non ci sia nulla di sbagliato nel cercare di scoprirlo. Nel salire su una duna e sentirsi in pace ad osservare l’oceano.
“Para mí Fuerteventura fue todo un oasis, un oasis donde mi espíritu bebió las aguas vivificadoras y de donde salí refrescado y fortalecido para continuar mi viaje a través del desierto de la civilización”.
Sono sempre i desideri a salvarti.
Buen viaje!
*fotografia di Erika [Salmone]

Salmone va controcorrente, ma mai controcuore. Attraversa l’anima segreta dei continenti, cerca risposte nei luoghi del mondo, scopre universi di possibilità. Torna sempre da dove è partito, con la valigia piena di nuove consapevolezze.
Prossima pubblicazione: giovedì 9 agosto, rubrica “Umanamente”, firmata da Pesce Pagliaccio Paola.
Umanamente celebra l’attenzione e la cura delle relazioni: in famiglia, al lavoro; in amicizia, nella coppia. È un cuore che si apre all’Altro, all’Uomo, e gli scrive lettere d’Amore.
PODCAST > L’articolo “Soledades Desnudas” letto da Erika [Salmone].