A tutte le mie care comari
Stavo guidando e ascoltavo la radio. Era tardo pomeriggio e di certo andavo a fare la spesa, perché ricordo in modo nitido il mio entusiasmo. Non è ironico: nel turbine della vita famigliare anche quello può essere un momento di grandissimo godimento, qualcuno ne converrà, soprattuto chi lavora da casa.
Avere finalmente il tempo per andare nel posticino giusto a comprare quella farina integrale, di qualità ormai provata, con la quale sai che puoi sfornare la torta di mele che allieterà la colazione e profumerà la casa di buono. *Rassicuro comunque lettrici e lettori che non mi aggiro in casa con le pattine… non mentre cucino.
In quel periodo, e si tratta di più di un anno fa, forse addirittura due o tre, non andavo mai a fare la spesa se non in tardo pomeriggio e in giorni feriali. Per un felice incastro con l’orario lavorativo? Sì, certo. Per esigenze famigliari incrociate? Ovvio. Ma il vero, più vero motivo, è un altro ed è banale e scontato, mio marito lo scoprì presto. E non dovrei nemmeno stare qui a spiegarlo, perché so che qualcuno che vibra nella mia lunghezza d’onda mi ha già capito, letto nel pensiero, smascherato.
Radio, tardo pomeriggio, momento di svago e godimento… Io trovavo il pretesto di fare un giro in macchina proprio a quell’ora solo per… ascoltare Pinocchio! (link) E non dico bugie.
Quel lontano giorno alla nota trasmissione di Radio Deejay era invitata Marie Konmari Kondo, giovane giapponese che stava promuovendo in Italia il suo libro, già best seller, Il Magico potere del riordino. Fu un colpo di fulmine in piena regola. Attrazione alla prima parola pronunciata… in giapponese: quando non capisci niente, ma capisci tutto. Quando vedi il futuro della tua conoscenza, senti che quell’attrazione ti porterà lontano…
Intanto mi portò in libreria.
Sarà che da poco avevo fatto un trasloco, ma un trasloco fatto davvero male, complice una serie di fortunati e poi sfortunati eventi. Sarà che mi portavo addosso da anni la fama famigliare di disordinata cronica, e detestavo quell’etichetta. Sarà che cercavo ostinatamente una via per l’essenzialità nella mia esistenza. Sarà quel che sarà, ma comprai quel libro il giorno successivo alla puntata di Pinocchio e lo divorai… solo con gli occhi, la copertina. Finì su uno scaffale della libreria, non letto, in attesa di momenti migliori. In attesa, cioè, di quest’estate ormai agli sgoccioli.
Marie Konmari Kondo invita chiunque senta necessario riordinare la propria casa a seguire questi passaggi fondamentali: 1. categoria per categoria, dai vestiti fino agli oggetti misti e i ricordi, svuotare armadi cassetti pensili scaffali dove tutto abitualmente viene stipato in attesa dello scoppio; quindi mettere tutto sul pavimento (preparandosi allo shock, aggiungo io) e, uno ad uno, capire se l’oggetto tra le mani e nuovamente davanti al cuore procura un’emozione positiva. In caso di risposta negativa, lasciare che la cosa in questione prenda la strada della spazzatura (banalizzo molto), ma solo dopo averla ringraziata della sua compagnia o utilità. 2. Dopo aver scelto la sorte, uno ad uno, di tutti gli oggetti, decidere senza fretta il posto giusto dei superstiti, perché ogni cosa rimasta a casa, ogni cosa ha diritto ad avere un suo posto dedicato, chiaro. 3. Così facendo, assicura Marie Kondo, è impossibile incappare nell’effetto boomerang, cioè ritornare a rendere la casa un alloggio soffocato da oggetti inutili e inutilizzati.
Dietro a questo metodo, spero si riesca a intuire anche dal riassunto, c’è un pensiero che non è poi solo orientale: riordinare l’ambiente in cui si vive significa riordinare lo spazio dell’anima.
“Durante la fase di selezione, se vi capita qualcosa che non vi entusiasma ma che non riuscite comunque a eliminare, fermatevi un attimo e chiedetevi: «È a causa del mio attaccamento al passato che non riesco a buttarlo? O il problema sono le mie ansie riguardo al futuro?» Fatevi questa domanda per ciascun oggetto. Più approfondirete questo aspetto, più possibilità avrete di individuare una tendenza nel vostro modo di rapportarvi alle cose, riconducibile a una di queste tre categorie: attaccamento al passato, desiderio di stabilità nel futuro, o un misto di entrambi. È importante capire qual è la vostra tendenza perché esprime i valori da cui vi fate guidare nella vita”.
Nell’agosto 2018, dunque, io non ho semplicemente riordinato la casa, ma sono scesa nei meandri di me stessa per darmi un nuovo avvio. Sembra esagerato? Non lo è, come esagerata non è una metafora.
Le parole di Marie Kondo, lette ad alta voce, a puntate, hanno scandito le serate estive della mia famiglia, come neanche una nuovissima serie su Netflix, accompagnando e incoraggiando un’opera titanica e necessaria che ha coinvolto tutti in un gioco di squadra godibile.
Finalmente ho lasciato al suo corso quel maglione di quando avevo quattordici anni, che, benché ancora bello (ah, i vestiti di una volta!), non mi è mai davvero piaciuto. Ora forse allieterà di più qualcun altro, che lo indosserà divinamente. Però ho tenuto un maglione dei miei sedici anni, perché ancora adesso trovo che sia grazioso e aderente, alla mia personalità.
Non solo alle mie care comari, ma anche ai lettori, consiglio quindi il metodo Konmari per fare di nuovo respirare la casa. C’è solo un punto del libro che non sottoscrivo, e che genera su questa pagina anche un simpatico paradosso: se avessi seguito tutti i consigli de Il Magico potere del riodino prima di leggerlo (?), non avrei mai letto il libro (??).
Marie Kondo, infatti, consiglia di non trattenere con sé neanche quei libri comprati e mai letti: continueranno a non essere letti, sostiene. Eppure io ho aperto questo libro circa due anni dopo l’acquisto… E non lo dico solo per giustificarmi, perché tutti quegli altri libri, non ancora letti, sono stati salvati da un viaggio a un mercatino dell’usato.
Sul resto, però, Konmari ed io siamo d’accordo, andiamo a braccetto, e beviamo insieme tè… a litri! Convinte che la rivoluzione inizi in casa e soprattutto nell’anima.
Mi chiedo solo se anche lei come me abbia una passione vera, profonda, carnale… per le pattine.
*Illustrazione di Comiale
*Foto di Joanna Kosinska on Unsplash

Spigola è animata da curiosità. Rianimata da quello che trova in acque limpide, in profondità, a caccia di preda-pensieri. Un artista le ha detto: “Hai provato a scavare in alto?”. Spigola ha visto la luce.
Prossima pubblicazione: giovedì 13 settembre, rubrica “Nella tana del coniglio”, firmata da Alice [acciuga].
Nella tana del coniglio tratta di libri, ma senza per forza recensire. La forza è piuttosto la riflessione che dai libri evolve, la vera caduta nella tana del coniglio. Libri con su scritto: “Bevimi”.
PODCAST > L’articolo “A tutte le mie comari” letto da Comiale [Spigola].