Crisi
Va, viene, prima o poi ritorna. Una crisi qualunque. Può essere una crisi di coppia, d’amore, lavorativa, o più propriamente esistenziale. Ognuno ha la sua. Non le si sfugge, no. Conosce bene la strada verso casa, verso la tua casa. È anche la sua. A ben guardare, ti ha aiutato lei a costruirla.
Aspetta proprio quel momento che tu invece non ti aspetti, spesso quando credi di aver ormai raggiunto un buon equilibrio e ti sei guardato allo specchio complimentandoti per come sei stato capace di reagire con prontezza nelle ultime situazioni sfavorevoli, senza lamenti e in modo proattivo. Lei ascolta da dietro la porta, a braccia conserte, silenziosamente. E se ti vede passare dallo specchio dei complimenti alla poltrona degli allori, e lì adagiarti, assopirti un po’, concederti le pantofole e la calda coperta confortevole di sempre, comincia a guardare l’orologio. Conta il tempo che passi comodamente sul cuscino e, se questo momento di comfort diventa, a suo dire, troppo lungo, ecco che viene a svegliarti.
Poggerà prima una mano sulla tua spalla destra, e tu aprirai appena un occhio, non riuscendo ancora a individuare il confine tra la realtà e il sogno – sempre ammesso che questo confine sia così facilmente individuabile da chicchessia. Chiuderai l’occhio, quasi subito, perché starai sognando di camminare su zucchero filato, e vorresti sentire ancora e ancora quella piacevole sensazione di ovatta, dolce. Nessuno osi disturbarti.
Allora la crisi stringerà tutte e due le tue spalle, con una presa tenace, una stretta calda, avvolgente, e inizierà a guardarti nelle tue palpebre ancora abbassate. A occhi chiusi inizierai a sentire la sua presenza insistente, il rumore del suo respiro che aumenterà la frequenza del tuo battito. La crisi sarà tranquilla, lei. Sei tu che inizierai ad agitarti senza un chiaro motivo, la tua anima comincerà a sudare. Caldo, freddo. Freddo, caldo. Può essere che ti capiterà di avvertire una certa stretta al petto, allo stomaco, alla gola, un cerchio alla testa: ognuno ha la sua crisi e ognuno ha i suoi punti deboli, talloni d’Achille, campanelli, citofoni. I pertugi dove la crisi è sicura di fare sentire la sua voce.
Proverai a tenere gli occhi chiusi ancora, facendo per un attimo finta di niente, dando la colpa del tuo malessere all’influenza in circolo che proprio in questi giorni ha raggiunto il suo picco nel territorio nazionale. Dannati germi, dannati starnuti del tuo vicino in tram. Dannato tram. Dannato pendolarismo. Dannati tutto e tutti – tranne te. Unico angelo dell’universo. Anzi, no: dannazione anche a te. Comincerai a pensare che non hai bevuto abbastanza infusi a base di zenzero o echinacea, e che magari hai mangiato qualche cibo spazzatura di troppo. Ma in cuor tuo saprai già che no, non si tratta davvero, o solo, d’influenza stagionale.
A questo punto potrai scegliere se passare giorni a vivere ad occhi chiusi, dando la colpa del tuo malessere a tutto quello che ti circonda, oppure…
Sceglierai di svegliarti e guardare la crisi negli occhi, affrontarla. Dal futuro si passerà al presente. Al tuo presente. Che significa essere, verbo essere, presente, presente a te stesso, regalo, regalo impacchettato, male, carta nera che nasconde un contenuto, d’oro. O piombo?
La crisi ha occhi sorprendentemente simili ai tuoi. Sono proprio i tuoi? Hanno più rughe attorno, però. Una profondità ipnotica. Assomiglia un po’ a tua mamma, e a guardare bene… anche a tuo papà. Talvolta anche alla vecchia zia. Ha un aspetto comunque materno, almeno all’inizio. Intendo che assomiglia un po’ a quando la mamma ti ammoniva di mettere in ordine la stanza. All’inizio il richiamo è solo deciso. Poi diventa severo e irritante, se non ascolti. “Ma con chi parlo io?! Con il muro??? Ti ho detto di mettere in ordine la tua anima, ti sembra il caso di lasciare tutto così in giro, a caso? Se non metti in ordine tu, butto tutto quello che vedo sul pavimento”.
Quando guardi negli occhi la crisi puoi vederci di tutto. Difficile è proprio distinguere il vero dal falso. Perché, intendiamoci, la crisi è fatta per dirti la verità, magari anche una bellissima e luminosa verità, ma la tua mente, le tue emozioni, potrebbero creare delle interferenze e inghiottirti in un vortice di menzogne, piccoli imbrogli, all’apparenza ingenui, e invece inutili, persino dannosi. Un accatastarsi di vecchie frasi, ricordi non integrati, lutti di ogni tipo, insoddisfazioni…
La luminosa verità è solo alla fine della ricerca, alla famosa fine del tunnel. Perché tutto il tunnel è necessario per preparare il tuo sguardo: non esiste scorciatoia.
Entrare negli occhi della crisi è un viaggio. Un viaggio che non cerchi, ma necessario. Ti preleva da casa, ti fa le valigie… Succede ad ogni età, con il bagaglio proprio di ogni età – e di ogni vita. Succede più volte nella vita, più volte nell’arco di un anno… anche più volte nell’arco di un mese. Succede. Senza di lei non si può dire che sia mai successo niente.
Quello che è arduo da abbracciare, quando si è nel pieno vortice, è proprio la sua natura materna. Lei esiste per farti nascere, ti partorisce, è la prima a provare dolore. Ti ama e sa che è importante per te fare un passo avanti e che questo passo è la prova dell’eroe, dalla notte dei tempi, da quando il tempo ha iniziato a essere con il mondo. La crisi è la prima ad avere fiducia in te, nella forza che tu, nelle tue pantofole, non puoi immaginare di saper sprigionare.
Qualcuno mi ha detto che la crisi è sorella di una condizione di pace e stabilità. E quindi anche delle pantofole. Anche di quelle scozzesi.
Non so dove tu sia ora, nel ciclo di vita-morte-vita della tua anima. Se sei nella crisi, o ne se fuori. Se sei nel vortice, e ti può essere di consolazione e conforto, sappi che la sto fronteggiando anch’io. Non dico che possiamo compiere il viaggio insieme, ci toccano profondità diverse, inferni e paradisi confezionati su misura, e a fatica compio già i miei di passi. Ma sentiti da me capito e abbracciato, anche solo con il pensiero. Non appena ne usciamo, se ti va, facciamo insieme un pantofola party – attenti a non farci a sorprendere ancora, non subito almeno, con la camera in disordine.

Spigola è animata da curiosità. Rianimata da quello che trova in acque limpide, in profondità, a caccia di preda-pensieri. Un artista le ha detto: “Hai provato a scavare in alto?”. Spigola ha visto la luce.
*Illustrazione in copertina di Comiale (Instagram link)
PODCAST > “Crisi“, scritto e letto da Alessandra Comi Comiale.