Prima il silenzio e poi le parole
“Ci sono parole senza corpo e parole con il corpo. Libertà è una parola senza corpo. Come anima. Come amore. Parenti dell’aria e quanto l’aria senza confini definiti. Hanno bisogno di qualcuno che presti loro la sua carne, il suo sangue e i suoi limiti perché diventino concrete”, scrive Pierluigi Cappello.
Autentico è una parola senza corpo: il tentativo è provare a tracciarne i contorni in una realtà che propone continuamente il suo contrario, l’artificio, i filtri, il positivo a tutti i costi e la moda di indossare una maschera (o mascherina).
Quindi: fare corpo con quello che si dice, portare le parole nell’esperienza, viverle.
Per fare corpo con quello che si dice bisogna, prima, fare corpo con quello che si è, che si ha: la meditazione è uno dei modi che avvicina ad un sentire più consapevole.
Prendo in prestito da Chandra Livia Candiani alcune righe di una sua poesia:
Mi cucio al passo
mi navigo nel respiro
mi sposo.
Prima il silenzio e poi le parole.
Il libro “La vita autentica”, di Vito Mancuso, offre degli spunti interessanti sul tema: “(…) scrive il grande teologo [Bonhoeffer] che la parola veridica non è una grandezza costante in sé: è vivente come la vita stessa. Quando essa si distacca dalla vita e dal rapporto concreto con il prossimo, quando qualcuno dice la verità senza tenere conto della persona a cui parla, c’è l’apparenza ma non la sostanza della verità.”
E ancora: “La verità si attinge solo quando si ha a cuore l’intero. (…) la verità è molto più che esattezza, perché l’esattezza dice solo un aspetto particolare della realtà. La verità invece è l’intero delle relazioni, e in essa si può entrare solo mediante l’adeguazione della nostra intelligenza e della nostra volontà alla totalità del reale, un’adeguazione che richiede grande intelligenza emotiva e grande umiltà.”
Autentico si sviluppa quindi su due livelli: uno di dialogo intimo con noi stessi e uno di relazione con l’altro.
Fuori dalle definizioni e dentro alla vita, autentico assomiglia a tutto ciò che ci avvicina alla verità di un sentire pulito, alla sostanza delle cose che accadono, alla semplicità di saperle riconoscere e a volte raccontare: appartiene alla scala dei grigi e non fa tanto rumore.
È forse così?

Alborella è un pesce gregario: le piace la compagnia delle altre Alborelle. Le piacciono anche i tramonti sul Lago, il cibo sano e genuino, l’arte in tutte le sue forme. E, ogni tanto, le piace esplorare in solitaria, qualche volta cambiare strada e svelare, curiosa, nuovi angoli di cielo.
*Illustrazione in copertina di Comiale (Instagram link)
PODCAST > “Prima il silenzio e poi le parole“, scritto e letto da Chiara Campi.