Un passo
Caro Diario Non Segreto,
oggi per te ritorno alla tastiera. Stranamente non parlo di varietà di insalata, di verdure a km zero e nemmeno di formaggi di capra (magari lo farò, ma non ora). Ti parlo di me, e cerco di farlo in un modo che non mi si addice: con sintesi. La sintesi mi sembra sempre di più la sorella gemella della semplicità, e dove trovo semplicità rimango.
Scrivere mi ha sempre aiutato. Ho riversato, prima su carta, poi su uno schermo, parole scombinate e l’ho fatto nei periodi pù difficili per trovare conforto e alleggerirmi: come se dando forma scritta ai pensieri questi potessero lasciarmi, per un po’, in pace.
Adesso, proprio adesso, mentre ti scrivo, sento che è arrivato il momento di cambiare. Decido che voglio scrivere di altro: è vero, la vita spesso mi ha sferrato colpi bassi, a volte le cose non sono girate (le palle sì), le persone mi hanno deluso e il cielo era grigio, ma oggi so che posso scegliere di guardare altro. Ho bisogno di bellezza, sempre di più. Ho bisogno di trovarla in questa piccola pagina, in una parola scelta con cura, in un dettaglio che è un germoglio, in una sfumatura. Senza andare per forza lontano.
Diario Non Segreto, non voglio più abbandonarmi alla lamentela. Voglio – e così sarà finché lo decido, ne sei testimone – guardare oltre.
D’altra parte, Oltre è uno dei luoghi che preferisco.
Oltre una porta chiusa, per immaginare che cosa si nasconde.
Oltre un angolo, per vedere se c’è qualcosa, oppure niente.
Oltre un carattere spigoloso, per intravederne il lato più dolce.
Oltre una parola pronunciata con fermezza, per comprenderne la verità.
Oltre un difetto, una crepa, una sbavatura.
Meravigliarmi.
Come quella volta in fattoria. Vivevo e lavoravo a Billingshurst, una cittadina inglese sconosciuta ai più, casa e posto di lavoro di un capitolo della mia vita. Camminando tra i prati, una persona del posto mi raccontò che certe piante urticanti crescono spontaneamente accanto ad altre capaci di curare l’irritazione. Un meccanismo perfetto. In caso di puntura di ortica, ad esempio, basta guardarsi intorno e cercare una piantina con dei fiori simili a piccole pannocchie, il romice. La si trova proprio accanto all’ortica, lungo il sentiero, nel prato, nel sottobosco. Una volta scovata, basta arrotolare le foglie tra le dita e sfregare il succo estratto sulle bolle. Voilà.
La natura regala una soluzione per qualsiasi problema, anche quando è lei stessa a causarlo.
Allora faccio un passo, e cambio – e cambia tutto.
*Illustrazione di Comiale.

Alborella è un pesce gregario: le piace la compagnia delle altre Alborelle. Le piacciono anche i tramonti sul Lago, il cibo sano e genuino, l’arte in tutte le sue forme. E, ogni tanto, le piace esplorare in solitaria, qualche volta cambiare strada e svelare, curiosa, nuovi angoli di cielo.
Prossima pubblicazione: domenica 1 aprile. Con sorpresa.
Uovo di Pasqua o Pesce d’Aprile? Stay Tuned!