E il suon di lei
Qui ero a Delos, isola che è tutto un reperto archeologico: l’intera città leggibile, le strade, l’agora, le case, i templi, il teatro. Qualche meraviglioso mosaico, i leoni all’ingresso, uno dei quali è stato portato via dai veneziani e ora vive in laguna. So che l’universo è fatto di azoto e idrogeno che con altri gas si incendiano e collassano; so che noi vediamo corpi celesti che non ci sono più e osserviamo il passato che ha attraversato distanze siderali; so che il Mediterraneo è anche una grande tomba di navi, corpi, merci, mentre noi vediamo distese azzurre e limpide acque. Sono cresciuta studiando l’Egeo e Troia, ed Efeso e Cartagine; ho imparato a memoria un bel po’ dell’Eneide, e darei qualcosa per poter vedere il Tigri e l’Eufrate e le rovine degli Assiri e Babilonesi, ma temo che l’Iraq sia davvero troppo pericoloso per me. Vorrei vedere le sorgenti del Nilo, sarà un giorno possibile? E l’albero al quale si appoggiò “Doctor Livingstone, I suppose”? Ho assorbito Bach, Brahms e Schumann quando mi sono preparata per il diploma di pianoforte; e non potrei fare a meno di Mantegna, che a Mantova ha rifatto a modo suo il cielo. Ma solo qui ho sentito le morte stagioni e toccato le sacre sponde, e ho ascoltato la voce del tempo e il suon di lei. Ormai è così: per quanto mi sia stupita dei grattacieli azzurri di Chicago, abbia amato la pietra bianca di Gerusalemme, per quanto Abu Dhabi mi abbia rapito e Berlino mi abbia straziato, per quanto a Xian abbia dovuto tapparmi la bocca perché stavo gridando dall’emozione davanti alla distesa di guerrieri, e per quanto Istanbul mi abbia sedotto con il Bosforo da cui l’Occidente quasi tocca l’Oriente, la casa delle mie cellule è in mezzo a questi sassi infiltrati di tarassaco e di malva, di iperico, di canne e di vento. Nient’altro che questo, nell’infinita solitudine con cui attraversiamo le ore e i pensieri che la vita ci regala, generosa con noi.


Insegno storia del teatro e a teatro sono più viva che altrove. Mamma di un liceale. Amo le arti. Ok?
*In copertina: illustrazione di Comiale | Fotografia di Roberta Carpani
PODCAST > “E il suon di lei“, scritto da Roberta Carpani e letto da Paola Franchi.