Mi chiamo Dante e sono un drago cantastorie
Quando, qualche mese fa, ho intravisto per caso questo albo illustrato, non ho potuto fare a meno di prenderlo tra le mani, incuriosita dal titolo, “La libreria volante di Dante”, e dalla copertina con al centro un dragone verde intento a leggere un libro assieme a una bimba seduta sulla sua pancia. Sfogliando le pagine, corredate da grandi immagini variopinte con prevalenza di rossi e di verdi, prendeva corpo, anzi, “prendeva il volo” una storia delicata, un manifesto d’amore per i libri che, da rassicuranti oggetti di carta ad uso individuale, divengono veicoli di nuove relazioni tra le persone.
Dante è un drago generoso e un po’ fuori dagli schemi, vive in una grotta circondato di libri, ama le storie e gli piace leggerle a voce alta “perché tutti possano ascoltare”, i suoi unici spettatori sono lucciole, topolini e pipistrelli. Nel suo rifugio confortevole, dove i volumi accatastati gli fanno compagnia e lo riparano dal vento, legge di tutto, dai fumetti ai libri di cucina a quelli sui cavalieri e sui vichinghi, imparando ogni giorno cose nuove e viaggiando con l’immaginazione.
Se da una parte il dragone si sente protetto all’interno di un mondo tutto suo dove può fare quello che gli piace, dall’altra è solo e isolato, senza contatti con la popolazione vicina, di cui sente la mancanza. Dante prova più volte a recarsi in paese ma qui non trova mai nessuno con cui parlare, infatti, quando incrocia gli abitanti ed educatamente si presenta raccontando loro di vicende bizzarre, questi scappano senza ascoltare ciò che dice, impauriti dal suo aspetto, e lui se ne torna nella grotta a leggere e ad aiutare gli animaletti vicini. Fino a che incontra Elena, una bimba dai capelli rossi che ama i draghi e i libri e i due diventano amici. “Ho letto di te in questo libro che parla di un paese lontano”, dice la bimba a Dante.
“Elena e Dante si sentono fatti di storie” e hanno il desiderio comune di condividerle anche con le altre persone allora escogitano un piano, un vero e proprio progetto culturale, che cambia in meglio le sorti del paese: “creano una piccola libreria sbilenca tra le ali del drago”, un buffo marchingegno con panche, libri, torte, che ha lucciole per lampade, pipistrelli acrobati e topolini cantanti. Giunti al paese la bimba presenta il suo amico agli abitanti spaventati e li invita a salire a bordo della libreria volante, allora “Gli abitanti del villaggio si avvicinano curiosi e montano sul drago tra quei libri misteriosi”.
Prendono il volo, fino a che “Tutti ascoltano le storie e ne vogliono sempre di più”.
Questo è un libro che, attraverso un linguaggio che alterna rima e prosa, parla ai bambini di amicizia, amore per le storie e del desiderio di creare un legame con la gente attraverso la loro diffusione e condivisione. Ai due protagonisti non basta la pura fruizione, espandono la narrazione fuori dai loro confini, prima singoli poi coppia di amici e infine comunità.
I protagonisti del cambiamento sono i bambini, il loro sguardo puro, privo di pregiudizi aiuta a rompere le resistenze degli adulti, Dante è una grande risorsa ma sarà determinante l’aiuto di Elena per realizzare il suo progetto.
E infine, come non pensare, sfogliando questo albo, ai mille modi di far girare le storie che vediamo concretizzarsi attorno a noi, a partire dalle librerie (e i loro cantastorie) che spuntano dal basso, indipendenti, piccole, grandi, più o meno bizzarre, punti di incontro e di scambio, veicoli di cultura: librerie galleggianti, su ruote, ambulanti, itineranti, dalle mille forme, che animano strade, città, quartieri arricchendo le comunità. E come suggerito dall’immagine evocata da Francesca Frediani, durante i laboratori de La Grande Fabbrica delle Parole, “il libro, come un nido, da rifugio diviene luogo da cui poi spiccare il volo”.
La libreria volante di Dante
Di Jen Campbell e Katie Harnett
Gallucci editore
PODCAST > L’articolo “Chiedi cosa mi piace” letto da Martina [Sardina].
Prossima pubblicazione: martedì 5 giugno, rubrica “Spigolature”, firmata da Comiale [spigola].
Spigolature tratta di respiri raccolti qua e là, durante una ricerca incessante, minuziosa, artistico-esistenziale. Si incontrano spigoli e si scoprono angoli.