Una favola moderna
C’era una volta un piccolo bassotto da salotto. Il suo nome era Platone. Un po’ filosofo, un po’ poeta e un po’ cantante, Platone viveva una vita tranquilla e abitudinaria accanto all’amato padrone Yuri, studente di filosofia con la testa tra le nuvole e le tasche sempre vuote.
“Il bassotto e la regina” di Melania G. Mazzucco non inizia con queste esatte parole, ma non serve il tradizionale “c’era una volta” per capire che siamo di fronte a una meravigliosa favola moderna: la storia impossibile – ma a lieto fine – dell’amore tra il piccolo bassotto, zampe corte e coda a pennello, e la splendida Regina, indomita e altezzosa levriera afghana. Un volumetto agile, pensato per grandi e piccini, impreziosito dalle delicate illustrazioni di Alessandro Sanna e raccontato dalla voce di un menestrello d’eccezione: una pappagallina girovaga che conosce tutte le lingue (e le anime) del mondo.
Ma non lasciatevi ingannare. Sin dall’inizio, appare chiaro che “Il bassotto e la regina” va ben oltre la favola di Natale “alla Disney”. È piuttosto un racconto “alla Esopo”, dove gli animali parlano e, attraverso avventure e sventure, ci raccontano difetti e paure tipicamente umani.
La storia prende il via da un doppio innamoramento. Il primo a capitolare è Yuri, che durante le vacanze di Natale segue l’amata Ada sulla nave da crociera dove la ragazza – immigrata irregolare con una laurea in meteorologia – fa la cameriera per sbarcare il lunario. Poi tocca a Platone che, lasciato solo alle poco attente cure del portiere, scopre che la cantina del suo palazzo nasconde un terribile contrabbando di animali esotici tra cui c’è anche lei, la bellissima Regina. Per il piccolo bassotto è un colpo di fulmine istantaneo.
Regina diventa la sua musa e per lei Platone intona giorno e notte canti di consolazione e di speranza. Come la storia della cagnetta Laika, eroina a quattro zampe che venne lanciata nello spazio e non fece più ritorno sulla Terra, primo essere vivente a varcare le porte del vuoto cosmico, lasciando dietro di sé una scintilla luminosa ancora visibile nel firmamento.
Non sono un cane da caccia, né un cane da combattimento. Sono un cane da salotto, un filosofo e un poeta. Sono ricco solo di parole e di pensieri, ma di questi e quelle ne conosco tanti da rendere la vita varia, avventurosa e piena. Io scriverò per te le canzoni più belle, che nessun cane ha mai sentito, ti farò dimenticare il dolore che hai provato e ti farò conoscere la felicità. La felicità è oggi, ma anche domani, e sempre.
Ma il cuore della Regina è altezzoso, e neanche le tenere canzoni del bassotto riescono a conquistarla. Dovrà passare molto tempo (e molta sofferenza) perché i due riescano a ritrovarsi.
Vessati da un destino crudele, gli animali parlanti di questa favola moderna compiono scelte spesso sfortunate, che determinano svolgimenti imprevisti nella trama, non privi di dolori e delusioni. A lungo sembrano prevalere il luccichio dell’apparenza, la chiusura al prossimo, la sete di ricchezza, i pregiudizi, la sopraffazione del più debole.
Il cattivo della favola, il Tatuato, è un criminale senza scrupoli che tiene prigionieri un furbo serpente a sonagli (che verrà venduto a spacciatori per sorvegliare la droga), la saggia tartaruga Leo (che sarà brutalmente uccisa per diventare un oggetto d’arredo), iguane, cuccioli di dogo, la scimmia Shiva (venuta di sua volontà in Italia per cercare lavoro) e lei, la Regina, unica sopravvissuta tra i suoi fratelli.
Ma la speranza non viene mai meno. Platone non si arrende e lotta per conquistare il cuore della sua amata, convinto che «l’aspetto è solo un caso, è l’anima il destino». Nulla appare impossibile al nostro eroe a quattro zampe, capace di aspettare la sua Regina anche dopo che lei si è concessa ad altri. Perché «la felicità non è il piacere ma il bene», in particolare di chi si ama.
Ne esce un racconto moderno e consapevole, duro come spesso la realtà sa essere. Una lettura che indigna, commuove e fa sognare, ricordando a grandi e piccoli il valore dell’amore, dell’amicizia, della lealtà, dell’empatia, del coraggio di lottare per i propri obiettivi. L’autrice ci dice che bisogna sempre guardare al di là delle apparenze, perché «essere piccolo non è una colpa e nemmeno un destino» e un bassotto tarchiatello e spelacchiato può avere «il cuore di una farfalla e il coraggio di una tigre».
Occorre lottare con tutte le nostre forze per trovare la propria strada. La ricerca, l’avventura, le cadute e gli incontri che facciamo lungo il percorso ci aiutano a cambiare, a migliorare noi stessi, a realizzarci. È solo a questo punto che arriva il lieto fine.

Lettrice onnivora e compulsiva, Acciuga cade nei libri come un’alice nella tana del bianconiglio. Lì scopre sogni, idee, vite, relazioni, universi. Arco che incocca la piccola acciuga e la lancia verso le nuvole. Da grande vuole fare la libraia.
Prossima pubblicazione: martedì 23 ottobre, rubrica “I versi del pesce”, con una poesia firmata da Trota Fario Paola.
I versi del pesce è il regno della poesia, dove si dice tantissimo scrivendo pochissimo. Dove le parole diventano versi, strofe, musica, emozione. E i pesci si concedono qualche licenza poetica..
PODCAST > L’articolo “Una favola moderna” letto da Alice [Acciuga].