Bastava chiedere!
Casa “Rossi”. Soggiorno. Interno sera.
Suona il campanello. È l’ospite invitato a passare una serata in compagnia.
La moglie, in cucina, sta preparando la cena mentre cerca di far mangiare due bimbi piccoli.
Il marito apre la porta, fa entrare l’amico e si siede sul divano a chiacchierare e a sorseggiare una birra.
La moglie si barcamena tra tavola, padelle e bimbi urlanti finché, in un momento di distrazione, la zuppa
straborda dalla pentola.
«Che disastro! Ma che hai fatto?», esclama il marito.
«In che senso che ho fatto? Ho fatto TUTTO, ecco che ho fatto», replica seccata la moglie.
«Ma bastava chiedere!» ribatte il marito.
E cala il sipario.
Si apre con questa scena domestica il libro “Bastava chiedere!”, vivace rassegna di piccole grandi storie di femminismo quotidiano, rappresentate dall’irriverente matita di Emma, fumettista, attivista e blogger francese (https://emmaclit.com/).
Quel «Bastava chiedere» pronunciato dall’uomo, a cui possiamo aggiungere i classici «C’è qualcosa che posso fare?», «Mi fai la lista per la spesa?», «Dove sono finite le mie scarpe?» ecc., mette in luce il primo grande tema affrontato dalla graphic novel: il (sovrac)carico mentale che pesa sulle donne, messe per prassi a capo dell’intera organizzazione domestica. È la femmina che pianifica i menù della settimana, carica la lavatrice, appunta le scadenze, partecipa ai colloqui con gli insegnanti, coordina i turni dei parenti per accompagnare i bambini nelle loro mille attività, decide quando cambiare le lenzuola e quando lavare le tende. Una serie infinita di liste scorre continuamente nella mente femminile, da mattina a sera. E non stiamo parlando solo della gestione della casa, ma soprattutto del mantenimento e della cura della rete di relazioni e affetti familiari.
Nella loro vivace presentazione per Decameron, Chiara Tagliaferri e Michela Murgia spiegano bene come, sin da bambine, le femmine vengano chiamate a essere principalmente mogli e madri, mentre gli uomini a
essere “eroi”. Se un maschio viene educato a cercare nella sua vita un perché, la femmina viene educata a cercare il suo per chi: per chi spendersi, a chi dedicarsi, a chi rendere la vita più facile, troppo spesso a discapito della propria. Per i loro affetti, le donne si complicano la vita, rinunciano a tanto, si mettono sulle spalle un carico invisibile ma invasivo e pesantissimo, che prevede grandi capacità di pianificazione, organizzazione, coordinamento. E le costringe a pensare sempre, troppo, continuamente. La sera sul divano, in auto al ritorno dal lavoro, la mattina appena sveglie.
Spesso gli uomini non capiscono la reazione delle donne a quel «Bastava chiedere!» perché anche loro, sempre più, danno una mano in casa. A volte spontaneamente, a volte perché la donna glielo chiede. Ma qui non si tratta tanto di cosa fa uno e cosa fa l’altra. Il punto è che gli uomini fanno e basta. La donna invece non ha bisogno di una persona che le sia di “aiuto”, ma di un compagno con cui condividere un impegno che non si ferma mai e che occupa sì le mani, ma soprattutto la mente.
Bisognerebbe dunque non tanto delegare azioni, ma imparare a delegare pensieri. E, ancora, educare i nostri figli tenendoli alla larga dagli stereotipi, offrendo loro un esempio di coppia da imitare, per un futuro più equo.
Ovviamente l’intero discorso prende il via da una generalizzazione. Organizzazione e accudimento sono attività meravigliose, se scelte liberamente. L’errore è attribuirle biologicamente solo alle femmine. Per
fortuna, oggi molti uomini e papà si danno da fare e si fanno carico appieno delle faccende domestiche e della cura dei figli. Ma lo stereotipo di genere che vede la donna come colei che accudisce i propri affetti, che non perde le staffe e, se possibile, si presenta sempre graziosa e ben vestita, è difficile da scalfire. Fuori dalle mura domestiche, Emma ci presenta tanti altri esempi di patriarcato. Dai commenti inopportuni alla sessualità, dal body shaming fino alla difficile conciliazione tra lavoro e maternità.
Pagina dopo pagina, l’autrice riassume anni di ricerca e studi sociologici e antropologici con semplici tratti grafici illuminanti e parole di una lucidità disarmante, capaci di parlare a chiunque con immediatezza. Alle donne, che si riconoscono – spesso con stupore – nelle scene rappresentate, e agli uomini, che forse non hanno mai ricevuto spiegazioni così chiare sul tema.
La strada è ancora lunga. Occorre rimettere ordine nella nostra scala di valori, ad esempio, ponendo il tempo personale e familiare in cima alle priorità e considerando il tempo passato al lavoro semplicemente
un mezzo per arrivarci. Ma è soprattutto prioritario comunicare con il proprio partner e imparare a lasciar fare ai nostri uomini, anche se quel particolare compito non verrà svolto esattamente come vorremmo noi.
Il «Lascia stare, ci penso io» è un’altra trappola molto pericolosa. Mandiamo i fidanzati a fare la spesa.
Dimenticheranno qualcosa? Sbaglieranno un acquisto? Non importa! La volta successiva se ne ricorderanno. L’obiettivo non è tanto insegnar loro a fare le cose, ma educarli a pensarle.
E poi leggere, informarsi, studiare, confrontarsi, con la mente sempre aperta. Magari partendo proprio dal libro di Emma. Da leggere e diffondere il più possibile.
Ecco i miei “5 libri da leggere in estate”. Al mare, in montagna, al lago… e in città:
Bastava chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano di Emma
Un indovino mi disse di Tiziano Terzani
Norwegian blues di Levi Henriksen
Che la festa cominci di Niccolò Ammaniti
La cattedrale del mare di Ildefonso Falcones

Lettrice onnivora e compulsiva, Acciuga cade nei libri come un’alice nella tana del bianconiglio. Lì scopre sogni, idee, vite, relazioni, universi. Arco che incocca la piccola acciuga e la lancia verso le nuvole. Da grande vuole fare la libraia.
*Foto in copertina: di Alice Paiosa
PODCAST > “Bastava chiedere!“, scritto e letto da Alice Paiosa.