Tempo che passa
Si vede male, ho detto al vecchietto che è venuto a riparare il televisore, le immagini tremano e certi canali non si prendono. Stasera vengono i parenti per la cena di Natale, vorrei che funzionasse. Non si preoccupi, ha risposto riponendo il cacciavite, le ho aggiunto anche un canale che si fa fatica a sintonizzare. E per un attimo i suoi occhi sono diventati più chiari. Almeno così mi è parso.
Di sera la casa si è riempita di risa e chiacchiere e nel calore della festa e del vino il tempo mi è sembrato fermarsi.
Dopo il panettone e il caffè, ci siamo sistemati sui divani e quando le parole sono iniziate a mancare ed è scesa la malinconia ho acceso la televisione. Sono andato avanti pigiando a caso i tasti del telecomando. E improvvisamente è apparso il viso tirato di mio padre. Ci fissava dallo schermo con una serenità senza luce, e accanto a lui mia nonna, con gli orecchini verdi e il suo vestito preferito, e dietro altre persone familiari. C’era anche Giorgio, con il taglio dell’incidente. E c’era Lola, con il pelo fulvo lucido e la coda che per l’agitazione sbandierava nel vuoto.
Auguri a tutti, ha detto mia nonna. È bello stare ancora insieme, ha aggiunto mio padre, e ha spinto il suo calice verso di noi. Auguri papà, auguri nonna, auguri a tutti, cincin, e ho battuto il mio bicchiere contro il vetro del televisore.
Poi l’immagine è saltata, c’era soltanto una nebbia formicolante, soltanto il fruscio del tempo che passa.
*Fotografia di Michailk
PODCAST > “Tempo che passa“, di Michailk, letto da Comiale.