Luce
Buio.
– Sarà ora di svegliarli?
– Non dovrebbe mancare molto.
A tentoni indovina il bastone segnato dagli anni. Pensa che la parte più difficile sia domare l’impazienza.
– Quando non ci sarò più…
– Ma finiscila! Lo sai che nessuno può sostituirti!
– Quando non ci sarò più [insiste] è necessario che tu conosca l’ora, l’ora giusta intendo. E che ricordi la strada.
Fruscio di muschio, un belato.
– Io non ci voglio andare, mamma.
– Non essere sciocco. Tu sarai in prima fila, come sempre. E niente storie.
– Ma lo scorso anno… Lo scorso anno settordici volte sono finito nello stagnòlo.
– Ecco perché ti abbiamo insegnato a nuotare. E comunque si dice diciassette.
Lunga nota nasale. Seguono sbadigli, un crepitare di risvegli. Borbottii.
– Quella maledetta zampogna. Se potessi, ah! Lo metterei alla gogna!
– Su, su, stia tranquillo, ecco qui il suo elmo, e lo scudo. C’è tutto. Mi passerebbe l’anfora? Sia gentile. È rotolata laggiù nell’angolo e io da qui… sa, il bue…
– Tenga, tenga. Tutto ho visto io, dormito nulla. Sempre di guardia. Una mano sulla spada, per sicurezza [gonfia il petto]. La spada! Oh, non si trova! [si affloscia] Non esco di qui, senza la spada. Dev’esser capitato verso maggio. Un attimo mi sono addormentato… un attimo!
– Salterà fuori, vedrà. E poi basta un goccio di colla e tutto finito. La prima volta, pensi, ho perso un braccio. Con l’anfora attaccata! Si immagina?
Ora è la scatola intera a tremare. Freme di attesa e di vita. È questo il compito, dopotutto. Attesa, vita.
Luce.
*Fotografia di Letizia Rossi

Sogliola ha due facce. Una fruga sul fondo, dove l’acqua finisce e ricomincia la terra. All’altra non bastava un occhio solo, per tutto quel cielo di mare. Sogliola è una giornalista con gli occhi spalancati sulla poesia.
PODCAST > “Luce“, letto da Letizia Rossi.