Il primo albero di Natale
Tallinn, Ducato di Estonia, un po’ prima di Natale, anno 1441
– È tutto pronto?
– La griglia è già accesa e la birra scorrerà a fiumi, sire.
– Molto bene. Intrattenimento?
– Abbiamo musici, danzatori e giullari, sire.
– Ottimo. Quei damerini della Lega Anseatica rimarranno a bocca aperta. Manca ancora qualcosa però…
– Sono certo di aver pensato a tutto, sire. La lista…
– Lascia stare la lista! Manca…
– …
– Un centrotavola!
– Ma… siamo in una piazza.
– Un… centropiazza allora!
– Un centropiazza…?
– Un centropiazza, sì: qualcosa di adeguato.
– Tipo… una forca con appeso un bifolco?
– Pff, troppo rétro, maddai.
– Un …rogo?
– Antiquato, démodé, già visto.
– Una statua in suo onore?
– Ecco, sì! Una mia statua gigantesca, colorata, luminosa! Pausa. Ma non vorrei sembrare troppo vanesio, però…
– In effetti…
– Come?
– Nulla, nulla. Pensavo solo ad alta voce.
– Quei damerini della Lega Anseatica verranno qui solo per ingozzarsi e giudicare ogni mia mossa: ci vuole qualcosa di sorprendente.
– Una bella piantina ornamentale?
– Una bella piantona, piuttosto.
– Un… albero?
– Un GRANDE albero.
– Grande…?
– ENORME, maestoso…
– Addobbato!
– Addobbato???
Pausa.
– Era un’idea, sire. Mi è venuta così, per cambiare…
– Non è male, però. Addobbato… Addobbato… Originale…. Potremmo lanciare una nuova moda! Procedi, procedi: pronti, via.
– Deadline…?
– Che domande: per ieri ovviamente.
Tallinn, Ducato di Estonia, proprio il giorno di Natale, anno 1441
– Ottimo lavoro, vassallo. La festa è un successo.
– Grazie, sire.
– Hanno tutti la pancia piena, ballano e si divertono intorno a quell’abete. Con cosa l’hai addobbato?
– Noci, mele, datteri… fiori di carta, sire.
– Bravo: molto shabby chic.
– Grazie, sire. Adoro questo stile. È di tendenza nel campo dell’arredamento. Offre quel tocco di romanticismo che…
– E quei damerini della Lega Anseatica?
– Scusi?
– Quei maledetti vichinghi “solo-io-sono-bravo-a-navigare-con-le-mie-navi-gigantesche”
– Ah, loro.
– Chi altri, se no?
– …
– Dunque? Cosa dicono della novità? Dell’albero?
– …
– Allora?
– Ringraziano per il tributo… alle loro tradizioni, sire.
– Tributo? Quale tributo? Qui parliamo di novità! Avanguardia pura!
– Dicono che l’abete è… l’albero di Odino. E i Germani lo usano, da secoli, per decorare le case.
Lunga pausa.
– Presuntuosi, antipatici damerini: il nostro albero comunque è… è… senz’altro più grande.
– Senz’altro, sire, senz’altro.
Riga, Livonia, un po’ prima di Capodanno 1510
– Hai saputo dell’albero di Tallinn?
– Dell’albero di chi?
– Da qualche anno, a Tallin, a Natale prendono un grande abete, lo decorano e lo mettono in mezzo alla Piazza. Le ragazze accorrono DA – OGNI – DOVE.
– Per vedere l’albero?
– Ma va’, per cercare marito.
– …
– Dicono che porti bene. Dicono anche che sono stati loro i primi al mondo a erigere un albero di Natale.
– Io sapevo che era una cosa vichinga.
– Facciamolo anche noi, no?
– Ma Natale è già passato…
– …
– …
– Per festeggiare il nuovo anno…?
– Solo se le ragazze accorrono DA – OGNI – DOVE.
Riga, Livonia, proprio il giorno di Capodanno 1510
– Credo che la situazione ci sia sfuggita un tantino di mano.
– Dici?
– Non ricordo niente delle ultime 8 ore.
– …
– Cos’è questo odore di bruciato?
– …
– Dov’è l’albero?
– …
– Va bene. Ricostruiamo i fatti. Ricordo di aver fatto dei bellissimi origami di carta.
– …
– Che fine hanno fatto?
– La fine dell’albero…?
– …
– …
– Un falò?!
– …
– Per festeggiare il nuovo anno?!
– …
– Abbiamo portato con grande fatica un abete gigantesco in piazza, di fronte alla nostra confraternita, lo abbiamo addobbato con i miei bellissimi origami… per poi dargli fuoco???!
– …
Lunga pausa.
– Foooorte! Questa sì che è una tradizione di tutto rispetto. Lo rifacciamo l’anno prossimo?
– Mettiamo anche una targa in piazza per ricordare l’evento.
– Una targa in otto lingue per celebrare il primo albero… di Capodanno.
– Le ragazze, si sa, ci tengono alle date, agli anniversari…
– Eheh, vedrai come rosicheranno quelli di Tallinn.
*Fotografia di Kaupo Kalda. Rights: Official tourism marketing images for free use

Lettrice onnivora e compulsiva, Acciuga cade nei libri come un’alice nella tana del bianconiglio. Lì scopre sogni, idee, vite, relazioni, universi. Arco che incocca la piccola acciuga e la lancia verso le nuvole. Da grande vuole fare la libraia.
PODCAST > “Il Primo albero di Natale“, di Alice [Acciuga], letto da Comiale.