Murales e fake news
Giornata di inizio primavera: i primi fiori, gli uccelli che cantano…
Le giovani blogger di una rivista letteraria on line, neanche poi così giovani, ma giovani, sì, diciamo pure giovani, sentono bene che l’aria è frizzante più del solito: carica dell’elettricità propria di tanti germogli. “Una questione di cambio di stagione e di solstizi”, pensano, senza forzare una qualsiasi metafora.
Arrivano da mesi invernali con ore e ore di abat-jour accesa, chine sulla scrivania: chine sul gruppo whatsapp di redazione, ad ogni ora, anche in notturna, per capire come abbattere il muro che le divide da un numero di follower a cifra tonda e maiuscola. “Ma per ogni muro ci può essere sempre un murales”, si ripetono per fortificarsi nell’arte, nell’impegno, e rinnovare l’entusiasmo. E creano, creano, creano, con bombolette alla mano, come non ci fosse un domani.
Comunque di primavera e magnolie ne hanno bisogno, non c’è da stupirsi.
Poi una mattina, di sole che splende in un azzurro cielo, ecco una notifica all’apertura dei social network: “La Feltrinelli ha iniziato a seguirti”.
Frase che se fosse letta in epoca pre-social network suonerebbe come qualcosa di intimidatorio e non poco pauroso; ci si immaginerebbe qualcuno con impermeabile grigio, nella pioggia, che ti pedina e si apposta in una cabina telefonica con binocolo e sigaretta; ma che oggi invece ha il dolce sapore di una conquista: la Feltrinelli ha iniziato a seguirti.
Dove? Ovunque!
Ovunque le giovani blogger letterate la riescano a portare con la loro immaginazione, con i post, le immagini, le parole, la scrittura, anche in capo al mondo se fosse necessario: lei sarà lì, dietro ai loro passi, a vedere le loro impronte e magari a lasciare un like, a fare un commento, a segnalare, chissà, qualche buon contenuto.
Il gruppo whatsapp della redazione del blog a questo punto esplode, dà il suo meglio, elargendo fuochi d’artificio: dalla frase SBUM “ma per ogni muro ci può essere un murales”, si passa a SBAM “lo sapevo, me lo sentivo che qualcosa si stava muovendo!”, ma SBEM “sono da sempre convinta che la fatica, il lavoro ben fatto, la dedizione, la passione, prima o poi siano premiate”, e poi SBIM “sì, sì, sì! Dobbiamo insistere, la direzione è giusta! Le Feltrinelli c’è e abbiamo le prove, è un primo passo”.
E dopo uno scambio di abbracci virtuale, cala la giusta quiete dopo la festa.

Passa qualche ora.
Una delle giovani, diciamo giovani, blogger riapre la pagina social network: verifica se ci sono altre news, e non ce ne sono: d’altra parte, non è che tutte le altre case editrici possano scoprire il blog oggi, ci vuole tempo. Ma soprattutto la blogger vuole rivedere sotto i suoi occhi, al posto delle solite occhiaie, il bel logo rosso e tondo campeggiare tra i follower e risentire la piacevole e gratificante sensazione.
Guarda ancora la lista delle notifiche, la guarda bene, ed ecco la vera scoperta.
La Feltrinelli. La Feltrinelli in realtà è… ‘A Fertrinelli! cioè la versione coatta della Feltrinelli. Un fake, insomma.
È ’A Fertrinelli a seguire le blogger, alle quali le troppe ore con l’abat-jour accesa hanno offuscato la vista. Ammappa, ahò, che disfatta! Il grande desiderio di ricevere una buona notizia non ha aiutato le blogger ad usare la lente di ingrandimento sullo smartphone, e ha direzionato la lettura della realtà, come spesso succede.
Il gruppo whatsapp, la redazione, ne riceve il triste annuncio. Ma è davvero poi così triste?
Macché! “Per ogni muro un murales”: la frase si veste di Mantra. Bombolette colorate in mano, allora, per tutti, per ogni alto – e anche ben più alto – muro.
*Fotografie di Jon Tyson on Unsplash e Chris Barbalis on Unsplash

Spigola è animata da curiosità. Rianimata da quello che trova in acque limpide, in profondità, a caccia di preda-pensieri. Un artista le ha detto: “Hai provato a scavare in alto?”. Spigola ha visto la luce.
PODCAST > L’articolo “Murales e fake news” letto da Comiale [Spigola].